Mi hanno chiesto di disegnare cose normali, di parlare di cose normali, di raccontare scrivendo di cose normali, di cose che sentivo e vedevo tutti i giorni.
Così ho iniziato a vedere il mondo come fanno tutti, con gli occhi aperti.
Tenevo le orecchie tese per sentire ciò che il mondo aveva da dirmi, più mi guardavo in torno più notavo che, dentro tutto quello, c'era una parte di me.
Non capivo, diventavo sempre più confusa, il mondo mi stava forse prendendo in giro, sinceramente lo speravo, alla fine cos'è la normalità?
Finché non ho capito che ciò che io disegnavo, ciò di cui scrivevo e raccontavo era normale, per me, la mia normalità.